Nel 1989, un piccolo programma per MS-DOS chiamato BannerMania fece la sua comparsa nel panorama informatico. Sviluppato da Presage Software Development per Pixellite Group e distribuito da Broderbund, questo software permetteva agli utenti di creare banner, poster, cartelli e loghi con una varietà di font ed effetti grafici. Era un’epoca in cui l’informatica non era solo uno strumento, ma un mezzo per esprimere la propria creatività.
Ricordo con affetto le ore trascorse davanti al mio 386, creando scritte colorate e stilizzate, salvando i miei progetti come se fossero opere d’arte digitali. Era un’epoca in cui l’informatica non era solo uno strumento, ma un mezzo per esprimere la propria creatività.
BannerMania era un software di elaborazione grafica per la creazione di striscioni, sviluppato da Pixellite Group e Presage Software Development e scritto da Christopher Schardt e Dane Bigham. Il programma era progettato per essere semplice da usare, con un’interfaccia WYSIWYG (What You See Is What You Get) che permetteva agli utenti di creare banner stampabili senza la necessità di conoscenze avanzate di grafica. Supportava 19 font diversi e 16 colori per gli effetti grafici, offrendo una varietà di opzioni per personalizzare i progetti. Era compatibile con le comuni stampanti ad aghi e a laser dell’epoca e permetteva la stampa diretta anche su modulo continuo, rendendolo versatile per uso domestico e non professionale. (Wikipedia)
Recentemente, durante una conversazione su LinkedIn, ho avuto il privilegio di parlare con uno dei creatori di BannerMania, Dane Bigham. Con mia sorpresa, mi ha rivelato che la tecnologia alla base di BannerMania fu successivamente acquisita da Microsoft, diventando la base per la funzionalità WordArt in Microsoft Office. Questa rivelazione ha aggiunto una nuova dimensione alla mia comprensione del software e del suo impatto nel mondo dell’informatica.
La storia di BannerMania e la sua evoluzione in WordArt ci insegnano una lezione fondamentale: spesso, non è necessario reinventare la ruota. L’arte del riuso e dell’adattamento è ciò che ha permesso a una piccola applicazione di MS-DOS di evolversi in una funzionalità iconica di uno dei software più utilizzati al mondo.
Oggi, mentre lavoriamo su software complessi e innovativi, è importante ricordare le radici della nostra professione. Software come BannerMania ci insegnano che la creatività e l’innovazione non sempre nascono da idee completamente nuove, ma spesso da una reinterpretazione e un adattamento di ciò che già esiste.
In conclusione, BannerMania non è solo un ricordo nostalgico, ma un simbolo dell’ingegno e della creatività che caratterizzano l’evoluzione del software. E grazie a conversazioni come quella avuta con Dane Bigham, possiamo continuare a scoprire e apprezzare le storie che hanno contribuito a plasmare il mondo dell’informatica come lo conosciamo oggi.
Questo articolo è stato ispirato da una conversazione su LinkedIn con Dane Bigham, uno dei creatori di BannerMania. La sua condivisione della storia dietro la tecnologia di BannerMania e la sua evoluzione in WordArt ha fornito una nuova prospettiva su come le idee e le tecnologie possano evolversi nel tempo, influenzando inaspettatamente il panorama tecnologico.